Sono stati due mesi strani per il Disegno Brutto, in cui la resurrezione, anzi la rigenerazione dalle ceneri, è stata qualcosa di più di una metafora e di un pranzo pasquale.
Per i motivi che racconterò, il sito disegnobrutto.it è completamente rinnovato.
Imprevedibilità: il web è fisico
Nella notte tra il 9 e il 10 marzo, a Strasburgo, mentre io, stanchissimo, rispondevo a qualche email e leggevo la notizia che i cavallini dell’artista Oreste Nivola (sculture a forma di cavallino a dondolo) erano state rimosse da un piccolo parco di New York, internet stava andando letteralmente a fuoco.Il giorno successivo, guardando le foto apocalittiche, ho scoperto che il web quando brucia è di un rosso intenso, ma soprattutto che il web è fisico. Non ci avevo mai pensato prima se il web occupasse uno spazio… Ci siamo illusi che internet fosse come un Iperuranio platonico che tutto avvolge, come l’eterno cerchio delle stelle fisse aristotelico per noi irraggiungibile, che i dati e i siti e le email abitassero in una sorta di spazio collettivo impalpabile, un nuovo etere che fluido tutto avvolge e comprende. E invece questo fumo nero ci avvertiva che i nostri dati possono bruciare e atomizzarsi, tornando ad essere aria. |
Il giorno successivo, guardando le foto apocalittiche, ho scoperto che il web quando brucia è di un rosso intenso, ma soprattutto che il web è fisico.
Non mi ero mai interrogato prima se il web occupasse uno spazio…
Ci siamo illusi che internet fosse come un Iperuranio platonico che tutto avvolge, oppure un eterno cerchio di stelle fisse aristotelico per noi irraggiungibile, ci siamo immaginati che i dati e i siti e le email abitassero in una sorta di spazio collettivo impalpabile, un nuovo etere che fluido tutto avvolge e tutto comprende.
E invece questo fumo nero ci avvertiva che i nostri dati possono bruciare e atomizzarsi, tornando ad essere aria.
Perché il web ha uno spazio fisico.
Se ne sta dentro dei torracchioni colorati, fatti di tante celle come alveari. I dati sono contenuti in scatole di metallo che, imprevedibilmente, per incuria, obsolescenza o “caso”, possono anche andare a fuoco.
Proprio come la casa del secondo porcellino che il lupo, piromane impenitente, brucia in pochi secondi.
Cioè, il web è tangibile e io non lo avevo capito.
Non lo sapevo che potevo perdere un sito web come perdo i calzini nella lavatrice, senza più ritrovarli. Anche i calzini buoni, mannaggia.
Cioè, un sito web, come quello del Disegno Brutto, può andare in fumo. E anche i suoi backup (che erano ospitati nel torracchione attiguo, anch’esso deturpato dalle fiamme).
Questo l’articolo su Wired Italia che racconta l’accaduto.
Mi sono rimboccato le maniche, e ho deciso che era il momento giusto di leggere quei libri su Caos e Complessità che avevo da un po’ sul mio iPad. E poi di rifare il sito. |
Il caos. Le leggi del disordine
“La teoria del caos ci ha messo di fronte a una limitazione ancora maggiore: l’impossibilità di prevedere il futuro”.
Lo dice Giulio Casati, professore emerito di fisica teorica, noto per il suo lavoro pionieristico sul caos, sia classico che quantistico, in un libro degli anni ottanta che ho deciso di leggere proprio per capirci qualcosa di più.
Si chiama “Caos. Le leggi del disordine” ed è una sorta di sintesi di tutti gli studi scientifici sulla complessità. Facendo affidamento sui miei scarsi ricordi liceali di fisica, lo sto leggendo, non senza difficoltù per confortarmi di fronte al rivelarsi del caos, con tutto il suo fuoco.
Questo è un altro passaggio tratto dal libro: “una delle maggiori conquiste della dinamica moderna è l’aver compreso che sistemi anche apparentemente molto semplici possono portare a soluzioni talmente complicate da apparire del tutto casuali e pertanto estremamente difficili da prevedere”.
L’imprevedibilità fa parte della realtà. Siamo evidentemente intelligenze troppo limitate per poter capire il funzionamento di ogni sistema, per poter capire come gli eventi accadono, come da A si vada a B, dato che non siamo nemmeno in grado di stabilire dove sia B.
Se il caos lo chiamiamo “complessità”, il risultato pratico non cambia.
Ci comportiamo continuamente come se sapessimo ciò che facciamo, invece, per lo più, non sappiamo cosa stiamo facendo, se non semplificando la realtà, sperando che quella semplificazione possa bastare. Invece non basta mai.
In alcuni dei miei corsi faccio vedere questo disegno.
Se guardiamo un bosco non riusciamo ad intuirne lo schema di “costruzione” e lo liquidiamo definendolo una struttura caotica. Se guardiamo un giardino o un parco cittadino, ne intuiamo la struttura: avendo riportato la Natura all’ordine possiamo comprenderla.
Ecco, questa incomprensione di fondo crea una tensione continua tra essere umano e Natura; gli antichi Greci l’avevano ben rappresentata con i concetti di Chaos e Kosmos.
Siamo continuamente immersi nel Chaos, ma ci illudiamo di aver costruito un Kosmos, ordinato da leggi che comprendiamo. Che il Chaos sia primigenio, sia all’origine e che adesso, essendo in divenire, evoluti, apparsi, il Chaos non sia più. E invece, il nostro è solo un problema di percezione. E di accettazione, perché le leggi che conosciamo non bastano a prevenire quello che chiamiamo l’ineluttabile.
Fenice
Dalla cenere della combustione, sappiamo che può rinascere qualcosa di nuovo e di più grande, capace di librarsi nell’aria. È la storia raccontata nei miti della Fenice, del Simurgh persiano, del Fenghuang cinese e presente in tantissime culture. Questa volta la metafora calza a pennello con il rogo del sito Disegno Brutto: dalla cenere, in un mese, ho fatto risorgere, ricostruendolo pezzo per pezzo, il sito, aiutandomi con gli appunti sparsi su Evernote, con qualche articolo che avevo duplicato su Linkedin e Medium e con il benedetto progetto dell’Internet Wayback Machine, uno di quei pezzi di antiquariato digitale che ci ricordano come volevamo che fosse il web, più anarchico, patafisico e utile di quanto non sia diventato. Ho ricostruito il sito arricchendolo di contenuti e dandogli una struttura più ampia, pensandolo in espansione progressiva. Però, stavolta, scaricherò dei backup “fisici”, in formato .zip, come si faceva una volta, perché tutto un giorno può bruciare e dissolversi, anche l’etereo web… |