Cosa succede quando pensiamo?
Qual è la prima cosa che si forma nella mente?
nel 60% dei casi si forma un’immagine (visiva, uditiva, cinetica, multisensoriale).
La nostra mente rielabora ogni giorno ciò che i sensi percepiscono; molte di queste percezioni si trasformano in immagini mentali, ovvero in qualcosa di sfocato, frammentario, incerto che vengono archiviate nella nostra memoria..
Ogni giorno poi le utilizziamo per pensare e le trasformiamo in realtà.
Non siamo però così bravi ad usare l’immaginazione e peschiamo sempre negli stessi cassetti della memoria; ci sembra impossibile riuscire a immaginare qualcosa di diverso da ciò che ricordiamo. Per quanto ci sforziamo le idee sono rare e si assomigliano tutte.
Non siamo abituati ad allenare l’immaginazione. Diamo poca importanza al fantasticare, consideriamo la meditazione, la contemplazione e il raccoglimento una perdita di tempo o, al massimo, una pratica di fitness, come una seduta di Step..
Uno degli strumenti più semplici e spontanei per allenare questa nostra capacità è il disegno.
Più delle parole, che spesso mancano di immediatezza: troppo tempo per spiegare, troppe regole per definire.
Disegnando si comprende meglio ciò che pensiamo; mostrando un disegno si fa capire qualcosa di più agli altri.
Le parole arriveranno dopo, quando da zampillante sorgente l’idea scaturita si avvierà verso un alveo, trasformandosi in fiume.
In questo percorso il disegno, fatto senza nessuna velleità artistica, può essere di vitale importanza, perché è capace di tradurre immediatamente un pensiero.
È scaltro, veloce, sicuro, non si preoccupa del proprio aspetto e punta solo all’essenziale: cattura l’attenzione e dice quello che deve dire.
Il disegno fa luce su qualcosa che vedevamo male, scaccia l’ombra e rivela le forme.
La scoperta di ciò che prima era nel buio non è sempre positiva: a volte ciò che appare non merita di essere sviluppato. È proprio qui che sta la forza del disegno quando lo si applica al pensiero visivo: costringe le idee a prendere forma e a modellarsi. Quando questo sviluppo non riesce, la nostra mente e le nostre energie possono passare ad altro, ad altre idee, altri obiettivi, altri risultati.
Quando parliamo di pensiero visivo (visual thinking) non facciamo riferimento ad una pratica, nemmeno ad un’attitudine: ma ad un processo della nostra mente che si compie continuamente, anche se non ce ne rendiamo conto.
Disegnare ci permette di esserne consapevoli, così da far uscire le immagini dalla brughiera nebbiosa della mente per trascinarle nel sole abbacinante di un tavolo da lavoro.
Se il disegno è Geppetto che dà forma al pezzo di legno; il pensiero visivo è il soffio vitale che anima quel pezzo di legno e grazie alle mani sapienti del falegname si può trasformare in creatura trionfante e piena di vita!