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Valentina Amoroso si definisce un’artigiana anarchica. Dal 2008 si occupo della sua linea di abbigliamento artigianale che si chiama Come Le Ciliegie, (che consiglio di visitare) coloratissimo, folle, pieno di vestiti confezionati con passione e positività .

Il mio lavoro necessità di molta creatività anche nella gestione di imprevisti. Amo leggere, andare al cinema e fare balli matti in solitaria.

Valentina ha partecipato ad uno dei primi corsi di Disegno Brutto, nel 2017 a Cesena. Nonostante fosse abituata ad usare la creatività e a risolvere problemi, ricordo che il disegnare la metteva a disagio: credeva di non esserne capace, ma grazie al Disegno Brutto e all’energia di un gruppo che nei segni aveva trovato coesione, si è lasciata andare al divertimento.
Queste sono le sue risposte.

DB: Com’è il tuo rapporto con il disegno? 

VA: Come tutti i rapporti d’amore lo definirei burrascoso e tormentato. Ne sento la mancanza ma poi quando mi ci metto non accetto il risultato e butto via tutto.

Valentina nel suo atelier “Come le ciliegie”

” Il corso di Disegno brutto per me è stato una vera e propria illuminazione.
Un potentissimo viaggio all’interno di noi stessi.”

DB Se hai smesso di disegnare, ti ricordi quando è successo? 

VA: Ho smesso alle medie quando la mia insegnante di disegno mi diede un bel 3 dicendomi che non sapevo disegnare e consigliandomi di impegnare le mie energie in studi scientifici o classici.

DB: Cosa puoi dire dell’esperienza del Disegno Brutto? 
In cosa ti ha aiutato? Quali spunti o ispirazioni ne hai tratto nella vita (o nel lavoro) di tutti i giorni? 

Ho provato anche a cucire seguendo le dritte del disegno brutto creando scarabocchi sulle mie creazioni.

VA: Il corso di Disegno brutto per me è stato una vera e propria illuminazione. Finalmente un posto dove sentirsi liberi di disegnare come si è capaci, senza giudizio. La libertà di tracciare linee a occhi chiusi lasciandosi guidare dalla musica o andare in tilt nel semplice esercizio di disegnare un lupo o un sole.

Un potentissimo viaggio all’interno di noi stessi. Spesso sono tornata bambina e sentivo ancora le voci dei grandi che mi dicevano “ no, non così, fai così, colora dentro ai bordi, vedi non sei capace” ma poi mi rendevo conto che queste voci erano solo dentro di me e che durante il corso c’era totale assenza di giudizio.
Ho provato ad applicare qualche nozione al mio lavoro soprattutto nella parte più creativa del disegno della nuova collezione o degli allestimenti per i vari servizi fotografici. Ho provato anche a cucire seguendo le dritte del disegno brutto creando scarabocchi sulle mie creazioni.
Ancora sento tanti blocchi ma con la pratica sono sicura, spariranno.

Un tessuto con ricamo scarabocchiato, fatto con macchina a cucire!

DB Sei riuscita a far entrare il disegno nella tua quotidianità? 

VA: Per un po’ sì ma poi ho abbandonato la pratica.

DB: Raccontami quali sono gli esercizi o il tipo di disegno che hai amato più fare.

VA: Quelli liberi e generativi. 

DB Secondo te, un approccio come quello del Disegno Brutto, basato sul non-giudizio, sullaccettazione dell’errore e sull’esplorazione di nuovi modi attraverso l’esercizio del dubbio, potrebbe essere applicato nel quotidiano? 

VA Certamente. Allenarsi a pensare in maniera creativa e liberi dal giudizio può, senza dubbio, aiutare a risolvere qualsiasi problema nel quotidiano e a vivere più serenamente.

DB cosa diresti ad una persona che, dubbiosa, ti chiedesse un buon motivo per seguire un corso di Disegno Brutto o acquistare il libro? 

VA: Direi che se senti una vocina dentro di te che sussurra “mi piacerebbe tanto imparare a disegnare ma non ne sono capace” oppure “ricordo da bambino come mi piaceva scarabocchiare ma poi mi sgridavano sempre e ho smesso” o ancora “ricordo che quando disegnavo stavo bene ma mi è stato detto che non ero capace” o anche se pensi di aver bisogno di metterti alla prova in qualcosa in cui credi di non riuscire, ebbene questo è il corso per te!
Poi per fissare bene i concetti e non smettere mai più di disegnare compra il libro!