Il Disegno Brutto come strumento di racconto e di relazione
Attività pensate per fruire in modo attivo di musei e luoghi di cultura, trasformando la visita in un racconto soggettivo che favorisca la memorizzazione e renda più ricca e coinvolgente l’esperienza.

Dopo tanti anni di visite ai musei e ai luoghi di cultura mi sono reso conto che mi perdevo molto di quello che avevo visto e provato, e spesso ero esausto: stanco fisicamente e sovraccarico dal punto di vista cognitivo.
Ho sempre creduto che la visita ad un museo, ad una mostra, ad un luogo di cultura, possa essere un’esperienza arricchente, capace di ispirarci e di farci cambiare non soltanto l’umore, ma il modo di pensare. Eppure, la spossatezza e il sovraccarico cognitivo sembrano essere i grandi nemici di una fruizione ideale e auspicabile.
Perciò ho creato delle visite che funzionino come dei laboratori, in cui le persone partecipano in modo attivo e, soprattutto, si esprimono liberamente su ciò che vedono e provano.
Propongo ai partecipanti di usare tutti i sensi, cercando di annotare non solo ciò che vediamo secondo liindicazione di quello che è il percorso museale, ma tutto ciò che intravediamo, oltrevediamo, sentiamo, percepiamo, ascoltiamo, sommato a tutte le associazioni mentali che si susseguono, ai ricordi, alle intuizioni, ai deja-vu, e anche alle distrazioni. Si cerca di annotare tutto ciò che compone quell’esperienza.
In questo modo creiamo una sorta di contenitore dove i nostri ricordi possano formarsi, radicarsi e trovare dimora, intrecciandosi alla nostra meravigliosa rete neurale.
Si usano il disegno e la scrittura, creando in un quaderno quello che diventerà il diario della visita. Sono benvenuti i collage e le intersezioni con le foto che faremo. Suggerisco di fotografare però non soltanto le opere per intero, ma dettagli ravvicinati, viste insolite, composizioni, qualsiasi cosa ci colpisca.
Il laboratorio inizia con una presentazione della visita e del metodo adottato, prosegue con qualche esercizio di riscaldamento per prendere dimestichezza con il materiale e poi si parte. Ci si ritroverà alla fine, condividendo le nostre esperienze, i disegni e gli appunti, cercando addirittura di portare a sintesi ciò che abbiamo vissuto.
Ho chiamato questo tipo di laboratori “Quel che resta”, perché davvero è un esercizio di raccolta e di ricomposizione di tutti quei pezzi di cui sono fatte le nostre visite.
Ho sperimentato questi laboratori al Museo del 900 di Milano, a Palazzo Grassi a Venezia e nel parco archeologico della Val Camonica. L’arrivo della pandemia non ha fatto accadere altri laboratori che sarebbero dovuti tenersi nel Museo delle Statue Stele Lunigianesi, poi a Roma e in altri luoghi.
Per conto mio ho continuato a sperimentare l’uso del taccuino per raccogliere appunti sulle mostre e sui luoghi che ho visitato in questi anni.
Struttura del workshop
- preparazione e introduzione
- esercizi di riscaldamento
- visita (guidata o libera)
- ritrovo e finalizzazione
- eventuale raccolta del materiale per creare un documento finale di racconto


il racconto del workshop del 2021 a Palazzo Grassi
Il racconto del workshop in Val Camonica
Il racconto del workshop del 2024 a Palazzo Grassi per la mostra su Julie Mehretu
Usare un quaderno è un modo per archiviare le tracce mnestiche che altrimenti si perderanno.

Per chi è
Aperto a tutti. Possibile da svolgere anche con ragazzi delle scuole superiori.
Chi può richiederlo
Il workshop è pensato per musei, fondazioni, mostre, festival, luoghi di cultura dove ci siano abbastanza elementi da dover vedere e provare a ricordare.
Si presta bene per musei e raccolte archeologiche, per arte contemporanea, sculture, installazioni, per arte antica, ma anche per raccolte scientifiche e naturalistiche.
Per chiedere maggiori informazioni, puoi scrivere a maquindi@disegnobrutto.it
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